Istituto Tecnico Statale Via Foria n.65
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il pantelegrafo Nell'Istituto della Porta è conservato il raro esemplare del progenitore del FAX: il pantelegrafo. Nel 1856 l’Abate Giovanni Castelli progetta e costruisce, con l’aiuto del fratello esperto in meccanica di precisione, il PANTELEGRAFO. Il Caselli inventa il primo FAX soltanto 13 anni dopo la realizzazione del telegrafo di Morse (1843) e 20 anni prima del perfezionamento del telefono (1876). Questo apparecchio, in sostanza un telegrafo elettrico (detto anche telegrafo universale), è alto circa due metri e consta di un grande pendolo sospeso ad un castello in ghisa, il cui movimento era scandito e sostenuto dall'attrazione alternativa di due elettromagneti, alimentati da una pila locale. Ciascun apparecchio può fungere da trasmittente o ricevente e consente di trasmettere sia scritti, sia disegni. Il suo funzionamento si basa su un semplice principio: una punta di acciaio, attraversata da corrente elettrica, scorrendo su un foglio di carta imbevuto di una soluzione di prussiato giallo di potassio, vi lascia una traccia di colore blu di Prussia. Il documento da trasmettere è scritto (parole, disegni, cifre o altro) direttamente su un sottilissimo foglio di stagno, impiegando un particolare inchiostro grasso (isolante) e viene posto su una tavoletta di rame di cui è dotata la macchina. Nella stazione ricevente, un foglio di carta imbevuta di prussiato giallo viene posto sulla lastra di rame dell’apparecchio ricevente.Ogni apparecchio era dotato di un doppio piatto a superficie cilindrica su cui disporre sia il disegno da trasmettere (su lamina di stagno) sia quello da ricevere (sul foglio di carta imbevuta di prussiato giallo di potassio), essendo possibile trasmettere e ricevere i disegni contemporaneamente. Il documento da trasmettere, deposto sulla tavoletta, attraverso un movimento alternativo di traslazione, combinato con uno spostamento laterale, viene percorso dalla punta in platino, montata sul braccio del pendolo in oscillazione . In sostanza la punta di platino effettua una scansione del documento, come gli scanner ottici dei giorni d'oggi. La punta di platino percorre, grazie al moto traslatorio laterale e quello ondulatorio del pendolo, tutta la superficie della lamina di stagno. Nella stazione ricevente una punta di acciaio percorre, con moto perfettamente concorde e sincrono col precedente, la superficie del foglio imbevuto e disposto sulla lastra di rame.
L’impulso elettrico arriva all’apparecchio ricevente attraverso la linea elettrica che collega le due stazioni. L’apparecchio ricevente trasmette l’impulso elettrico al pennino di acciaio che sfiora il foglio di carta imbevuta di prussiato giallo, deposta sulla lastra di rame dell’apparecchio, collegata a terra. Quando il pennino scrivente, percorso dalla corrente trasmessa, viene a contatto con il foglio, il prussiato giallo si decompone in cianuro di potassio e cianuro di ferro, quest’ultimo di colore azzurro, lasciando la carta colorata, proprio in quel punto. Quindi finchè la punta di platino è a contatto con lo stagno, il circuito è chiuso e la punta di acciaio, attraversata dalla corrente elettrica lascia una traccia blu di Prussia sulla carta impregnata; quando la punta di platino passa sull'inchiostro grasso isolante, il circuito s'interrompe e non appare la traccia colorata sul foglio della stazione ricevente.
Il pantelegrafo costituisce il progenitore del FAX e l’esemplare custodito nell’Istituto Della Porta di Napoli è l’unico esistente in Italia e forse nel mondo. Prof. Ing. Francesco Magri
puoi approfondire la conoscenza di questo strumento sul saggio "il fax o pantelegrafo" dell'Ins. Francesco Albanese
questa pagina è stata aggiornata il 08/06/16 |